Pubblichiamo qui, alla giusta distanza dalla sua scomparsa, le lettere che Giorgio Bàrberi Squarotti ha scritto negli anni a Stefania Rabuffetti per corrisponderle l’apprezzamento per la sua produzione. Ne esce riconfermata, se mai ce ne fosse bisogno, la statura di un grande critico la cui attenzione per la modernità ultima ha proceduto di pari passo, fino alla fine, con lo straordinario impegno nel cercare di ancorare la poesia e la letteratura a una salda idea progettuale, a un preciso disegno, a una convincente “ragione” ultima. – Massimo Arcangeli
Cara Rabuffetti,
ho letto con molto interesse la sua raccolta di versi: Ella sa raccontare con quieta lucidità la vita, cogliendone aspetti in apparenza minimi, per la sicura virtù di parola, rivelati nella loro esemplarità. È una bella lezione di verità poetica.
Con i più vivi auguri e saluti,
Giorgio Bàrberi Squarotti
Torino, 5 ottobre 2011
Cara Rabuffetti,
leggo con molto piacere la sua nuova raccolta di versi. Ammiro lo scatto inventivo e stupefatto di ciascun verso d’inizio, per poi nervosamente proseguire fra dubbi, esclamazioni, riflessioni, scoperte della vita e delle venture dei giorni. Ci sono testi bellissimi, come Mira, Per una volta, Nuda, Senza trucchi (e potrei citarne ancora).
Con i più vivi saluti,
Giorgio Bàrberi Squarotti
Torino, 21 marzo 2016
Cara Rabuffetti,
per intensa e amara sintesi la Sua nuova raccolta di poesie racconta una profonda e segreta biografia di pene, di errori, di proteste, di scatti d’ira e di sconfitta. È una lucida (qualche volta ironica) visione della vita, del mondo: alla fine, è la verifica d’eco rimbaudiana che, con tutto quello che si è fatto e pensato, si è in realtà perso, con sé, il proprio fragile tempo, tutto, irrimediabilmente.
Con i più vivi saluti,
Giorgio Bàrberi Squarotti
Torino, 27 aprile 2016
Cara e gentile Rabuffetti,
leggo con molta ammirazione i Suoi “quasi” opera omnia così ricchi e copiosi in pur giovanile età. Sono una dichiarazione clamorosa della durata della poesia ora e come slancio e lezione del futuro. I Quattro elementi sono esemplari. Grazie del preziosissimo dono.
Con i più vivi auguri e saluti,
Giorgio Bàrberi Squarotti
Posso aggiungere (ma Lei non c’entra) che il saggio di Massimo Arcangeli mi trova del tutto in disaccordo?